“A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io”
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Nel vuoto della mente entran le parole sul filo della melodia
e, improvvisamente, prepotenti, intrattenute lacrime
travolgono maschere metalliche tamburate
al ferro del dovere d’amore.
Sbiadisce il colore pietoso della bugia e irrompe,
svelato, il quasi niente dedicato a te.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Nel vuoto della mente entran le parole sul filo della melodia
e, improvvisamente, prepotenti, intrattenute lacrime
travolgono maschere metalliche tamburate
al ferro del dovere d’amore.
Sbiadisce il colore pietoso della bugia e irrompe,
svelato, il quasi niente dedicato a te.
“A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io”
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Di nuovo insinua parole e note il ritornello,
e a fiotti il fiato singhiozza improvvisa debolezza.
Gli anni fanno ragnatela, inutile garbuglio,
e se la ride a spifferi quest’aria invernale.
Protese verso vuoti abbracci, a boomerang,
ricadono le braccia e le mani premono
brividi sui fianchi a tempo di beguine.
“A modo mio avrei bisogno di pregare Dio”. . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
(Piazza grande, bellissima canzone di Lucio Dalla.
questa sera mi ha colto di sorpresa e mi ha colpito al cuore)